Farine e additivi

Domanda

Gentile dottoressa, avrei due domande da porre in merito alla non obbligatorieta della dichiarazione in etichetta di alcuni additivi. La norma vale anche per le farine biologiche? La seconda domanda è relativa ad una farina W350 che trovo in vendita nei comuni supermercati. La confezione riporta "farina senz'altro" e io la ritengo di qualità superiore rispetto ad altre farine "manitoba" lì presenti, per lo più addizionate di glutine. Penso infatti che non tener fede alla dichiararazione di non contenere additivi, seppure leciti, sarebbe una frode, ma è così? Infine, nel suo articolo lei fa riferimento ancora una volta all'importanza della maturazione, ma io non ho chiaro un suo aspetto. Supponiamo che oggi acquisti un certo quantitativo di farina al giusto punto di maturazione. Questa farina avrà una data di scadenza, da pochi mesi a un anno o più. Che succede a questa farina se viene utilizzata in data prossima alla scadenza? In altre parole, la maturazione ideale dura per tutto il periodo consigliato o per uno più breve rispetto alla scadenza? È utile conservare in frigo o sottovuoto una farina che si prevede di non poter consumare subito? Mi scuso se ho posto domande sciocche e la ringrazio per la sua disponibilità e un eventuale risposta.

Risposta

Buongiorno a lei. La legge non fa distinzione tra farina biologiche e no, ma si suppone(???) che per le farine definite bio non sia prevista nessuna aggiunta volontaria. Per quanto riguarda il suo secondo quesito ribadisco che non c'è certezza e la legge permette l'aggiunta di additivi volontari alle farine. Per quanto riguarda la conservazione delle farine, questa deve sempre essere operata in un luogo asciutto e fresco. Il frigorifero, a livello casalingo, può essere utilizzato soprattutto nei mesi estivi in cui non ci sia altra possibilità di condizionare gli sfarinati. Personalmente non consiglio la conservazione sottovuoto, perchè lo sfarinato è un prodotto che necessità ossigeno, circolazione di aria e "respira". La maturazione naturale avviene all'interno del sacco ed è inclusa nel periodo che va dall'insacchettamento fino alla data di scadenza riportata. Più ci si avvicina alla data di scadenza, più in linea di massima, si può andare incontro ad un fenomeno definito con il termine "gessata", ossia la farina per abbassamento del valore del pH, eccessiva acidità, attivazione enzimatica, presenta una struttura eccessivamente debole che si traduce in uno scarso assorbimento di acqua e quasi nell'impossibilità di eseguire le fasi successive dall'impastamento alla fermentazione e cottura finale.