Latte in polvere nei lievitati (sostituisce il precedente)

Domanda

Gentile dottoressa, dopo aver letto alcune ricette di pasta brioche e aver notato che in generale la somma dei liquidi, principalmente latte e albumi, era simile, ho elaborato una "mia ricetta" di brioche. Ho effettuato alcuni tentativi utilizzando il 30% di uova intere, il 20-25% di burro e il 20-30% di latte intero con l'aggiunta del 3-2% di latte in polvere magro, in modo da avere i benefici di un quantitativo di latte superiore a quello previsto dalla ricetta senza dover eliminare gli albumi. Questo nella speranza che - avendo ridotto in modo consistente il quantitativo di grassi (e in particolare il burro) previsti dalla ricetta originale - questa brioche risultasse più morbida rispetto ad una realizzata o scartando gli albumi o con un quantitativo minore di latte intero. Non essendo in grado di valutare quanto la mia speranza abbia avuto un riscontro, Le chiedo se tale scelta può avere dei vantaggi reali (a parte quello, per me non indifferente, di evitare di avere gli albumi da smaltire), e se l'aggiunta di latte in polvere, allo scopo di alleggerire la percentuale di grassi, può essere indicata anche in altri prodotti lievitati. Grazie per l'attenzione e buon lavoro.

Risposta

Buongiorno a lei, se facciamo un discorso prettamente di tecnologia di processo e strutturazione della massa, l'azione del burro tal quale è INSOSTITUIBILE E UNICA a tal punto da essere  la base di un descrittore sensoriale universalmente riconosciuto dalla scienza del sensory in arte bianca e non può essere sostituto dal latte in polvere magro o da altre sostanze grasse. Gli albumi, la maggior parte delle volte, sono eliminati dalla ricetta perchè incrementano la pesantezza della struttura,non apportano solo acqua, seppur questa sia in percentuale maggiore, ma circa 11% di proteine che interagiscono con la complessa struttura, proteica e non, della massa. Mi riferisco alle masse lievitate dolci e non alle masse montate in cui sono incorporati a parte dopo essere stati appunto "montati" a neve. L'idea della "morbidezza" è dettata dal fatto che sia latte intero sia in polvere apportano zuccheri, oltre a quelli previsti dalla ricetta, che vanno ad incrementare le reazioni di Maillard in cottura. Questa implica una riduzione del tempo di cottura. Non conosco le motivazioni che l'hanno portata a ridurre il burro, ma molto spesso nessuna di essere concorda con le esigenze tecnico produttive. Se da un punto di vista nutrizionale, clinico e di apporto calorico ridurre il burro,  i tuorli e lo zucchero hanno un perchè, la stessa cosa non si può assolutamente dire da un visto di vista tecnico produttivo; ottengo un prodotto tecnicamente peggiore, completamente diverso sia in termini di sensory sia di shelf life. Spero di aver ben compreso il suo quesito. Un saluto cordiale e grazie per essersi rivolta al nostro servizio.