SOS ON-LINE

Hai un problema tecnico di produzione nel settore dell'arte bianca (pane, pizza, grandi lievitati, prodotti da forno in generale)? Il tuo prodotto ha un difetto? Hai bisogno di consigli? Esponi il tuo problema e Simona Lauri ti risponderà nel più breve tempo possibile.

Pasta madre secca: benefici reali?

Buongiorno dott. ssa, in vendita sui banchi della grande distribuzione  o online sono comparsi dei prodotti consistenti in un mix  di "pasta madre in polvere" (scritto in grande sulla confezione) e "lievito secco di birra" (scritto in  piccolo).   Mentre non ho alcun dubbio sul fatto che l'azione lievitante sia svolta solo da quest'ultimo, avrei invece bisogno del Suo autorevole parere sui seguenti pregi, indicati nelle confezioni di questi prodotti e attribuiti alla frazione di pasta madre secca presente: "migliora la lievitazione", "restituisce il sapore di una volta",  "mantiene la freschezza più a lungo", "conferisce acidità all'impasto" ecc ecc... Grazie!

Vedi la risposta

Aggiornamento pane segale integrale

Buongiorno dottoressa, scrivo per riferirLe del mio nuovo tentativo con una differente farina di segale integrale, contenente questa volta il 12% di fibre, eseguito secondo le Sue indicazioni. Questa volta il pane ha il suo buon gusto tipico, affatto amaro, anche se  temo di aver commesso (almeno) un errore. Ho infatti inserito nella biga di segale, idratata al 55% come da Lei consigliato, anche un ulteriore 20% di farina (a causa di un errore di calcolo) e questo ha determinato un'idratazione dell'impasto finale forse eccessiva, che ho cercato di limitare aggiungendo il 10% di farina nel rinfresco. Potrebbe essere per questo motivo che, tra puntata e successiva lievitazione del filone, in tre ore il pane era pronto per il forno, mentre Lei mi consigliava tempi molto più lunghi per la sola puntata? O forse avrei dovuto aggiungere nell'impasto finale lo 0,5 % di lievito solo sulla farina aggiunta invece che su tutta la farina? Ad ogni modo, ho potuto rendermi conto dell'enorme differenza tra questa farina e la farina precedente, contenente il 20% di fibre. Credo proprio infatti che la biga precedente non fosse affatto pronta quando l'ho utilizzata. Avrei un ultimo (spero) dubbio... Supponendo di utilizzare il 50% di farina di segale integrale sul totale, è corretto realizzare la biga idratata al 55% con la sola segale e 24 ore di maturazione e una seconda biga idratata al 45% e 12 ore di maturazione con le restanti farine? O sarebbe invece possibile semplificare la procedura, realizzando una sola biga, di 24 ore, con idratazione pari alla media delle precedenti, ovvero del 50%? Mi scuso per la lunghezza, e la ringrazio per il Suo interesse al mio problema.

Vedi la risposta

Pizza "fresca" ma "surgelata"

Buon giorno, questo mese avete parlato di pane "fresco", ma per il mondo della pizza valgono le stesse regole? Parlo in particolare per chi fa pizza in teglia o alla pala creandosi basi bianche e rosse da farcire in un secondo momento. Se queste basi vengono congelate\surgelate (per i fortunati possessori di abbattitore) per essere usate dallo stesso professionista in un secondo momento o nelle giornate di punta, si deve avvisare il consumatore? In che modo? La ringrazio anticipatamente e buon lavoro.

Vedi la risposta

Difetti di gestione

Buonasera dottoressa, vorrei chiederle se mi aiuta a risolvere un problema al quale non riesco a venirne a capo. Lavoro con un impasto idratato al 70%. 0.2% di lievito compresso, 2.5% sale. Farina tipo 0 w 320. Lascio l'impasto in massa a 4 gradi per 12/16 ore. Quando lo tiro fuori aspetto un ora prima dello staglio. Ma nonostante questo noto delle parti molto più fredde e altre più calde; panetti di volume differente ma con lo stesso peso. Quindi ...differente pizza. Dove sbaglio? L'obbiettivo e una pizza stile napoletana con il cornicione pronunciato. Grazie a lei per la sua gentilezza e per il servizio offerto.

Vedi la risposta

Batteri e temperature

Salve Dottoressa, rinnovo i complimenti a lei e a tutto lo staff per il servizio e la preparazione specifica. Le porgo una domanda, ma è più una preoccupazione che altro: in giro per il web si vedono filmati di casalinghe, food blogger, ma anche pseudo chef che dicono castronerie su batteri e temperature oltre a chi spiega come fare i sott'olio senza pastorizzarli, o chi dice che la salmonella muore a 60 gradi, chi a 70, chi a 80, o che bollendo i barattoli di conserva muoiono le spore di botulino, ecc. Le volevo chiedere se fosse possibile fare luce su questo marasma molto pericoloso visto il seguito che hanno tali personaggi, la mia domanda finale è: Temperature di sicurezza per botulino, pastorizzazione alimenti e salmonella. Grazie ancora per tutto.

Vedi la risposta

lieviti secchi

Dott. Simona buon giorno, un informazione il lievito secco fermipan red, che tipo di lievito è? attivato,disattivato, istantaneo, come si utilizza? grazie sempre per disponibilità e professionalità saluti salvo

Vedi la risposta

Messaggi errati

Dottoressa avrei voluto cancellare i miei messaggi di ieri, dato che ho sbagliato a riferire il risultato del mio secondo tentativo, ma non è possibile. Se lo ritiene opportuno, prima di riesaminare nuovamente il problema, farei un tentativo ulteriore, ma con una farina di segale integrale differente. Grazie.

Vedi la risposta

Comportamento delle madri e pH

Buongiorno Dottoressa Simona, vorrei chiederle delucidazioni riguardo alla diversa acidità del lievito gestito in acqua e legato. Da un pò di tempo mi avvalgo dell'uso del pHmetro. Riferendomi a lieviti comunque in salute che fanno bene il loro lavoro, noto che il lievito in sacco dopo il riposo notturno ha un acidità intorno a pH 4, quello in acqua tendenzialmente più bassa, intorno a pH 3,8. Non so se uno dei due è gestito in maniera sbagliata, ma gli impasti che ne derivano si comportano in maniera simile in tempi ecc. (con lievito in acqua c'è maggior sviluppo del prodotto) Questa cosa me la riporta anche un amico che ugualmente ha fatto prove di lieviti e valutazione del pH. Generalmente quello in acqua viene definito lievito "dolce" forse con meno prevalenza acetica, eppure vedo che di fatto al mattino è a tutti gli effetti un lievito libero che inacidisce liberamente con lo scarico però dell'acqua. Mi piacerebbe capirci un pò di più. Grazie a lei per il servizio di consulenza gratuita.

Vedi la risposta

Autolisi

Buongiorno dottoressa, ed innanzitutto grazie per l'incredibile lavoro che fa, preziosissimo per chi desidera avere maggior conoscenza scientifica di tutti i meravigliosi mestieri che hanno a che fare coi lievitati. Come da titolo, la mia domanda riguarda l'autolisi; leggendo libri sentendo "esperti" parlare, sembra esserci discordanza sul ruolo che questa tecnica avrebbe riguardo l'assorbimento di acqua nell'impasto (si parla di impasti con farine di grano tenero). Chi dice che lo migliora, chi che lo peggiora, chi addirittura afferma che inizialmente lo peggiora per poi migliorarlo. Per cui la domanda, semplice ma che so non avrà una risposta semplice, è: in che misura l'autolisi influisce sull'assorbimento di acqua in un impasto? Grazie dell'attenzione, le auguro buona giornata e buon lavoro!

Vedi la risposta

Acqua fermentate

Buon giorno dottoressa, vedo che la tecnica delle acque fermentate (yeast water) è oramai sempre più diffusa e insegnata. In passato mi era parso di capire che, comunque, questa tecnica non era ammessa dalla normativa vigente e che poteva comportare notevoli rischi. E' ancora così o l'affinamento della tecnica ha reso la stessa una pratica sicura, replicabile ed efficace? Come sempre grazie e ne approfitto per augurare a lei e a tutto il suo staff un buon anno nuovo.

Vedi la risposta

Ringraziamenti.

Buongiorno dottoressa! Le sono infinitamente grata per il suo aiuto! Non può immaginare quanto la sua risposta mi abbia reso felice! Ne approfitto per dirle che anche il panettone che ho realizzato seguendo le sue indicazioni è risultato soddisfacente fin dalla prima volta! Ricordavo che lei aveva consigliato ad un altro utente di idratare la biga al 55%, ma quella ricetta prevedeva l'utilizzo di lievito madre e nel dubbio non l'ho fatto, anche se la biga era "strana". Leggo tutto quello che lei scrive qui sul magazine, ma non sempre capisco! La scelta di aggiungere miele all'impasto caldo è invece scaturita da quanto letto in un mio testo. Il testo suggeriva in realtà di usare del malto non diastasico, ma non avendolo l'ho sostituito con un altro zucchero. Riproverò sicuramente e le farò sapere!

Vedi la risposta

Dose lievito

Buongiorno dottoressa. C'è un calcolo per ottenere la dose di lievito compresso corretta in base alle tempistiche di gestione, temperatura, w della farina, riposo in massa o appretto? Grazie mille per la sua cortesia e gentilezza

Vedi la risposta

Pane amaro (50% segale integrale).

Buongiorno dott. ssa. Oggi ho realizzato per la prima volta un pane con farina di segale integrale. Consapevole delle difficoltà, ho utilizzato solo il 50% di farina di segale, e ho quindi addizionato il 30% di farina Manitoba e il 20% di farina tipo 2. Sono riuscita facilmente a gestire l'impasto e, dopo una puntata di circa 30 minuti, ho formato a filone. Il filone ha lievitato per poco più di un'ora e si è sviluppato bene in cottura, con l'apertura dei tagli da me praticati. La crosta è risultata croccante e senza altre spaccature, ma la mollica è rimasta un po' umida, nonostante abbia cotto fino ad una temperatura interna di 100 gradi. Il gusto sarebbe buono, se non fosse per un forte retro gusto amaro di cui spero possa aiutarmi a comprendere la causa, anche se dovrò purtroppo descrivere nei dettagli il procedimento seguito. Non avendo lievito madre, né di segale né di frumento, ho preparato una biga con l'80% della farina di segale e con tutta la farina Manitoba, e l'ho immediatamente posta a maturare a 4 gradi. Dopo 26 ore l'ho portata a t. a. (18 gradi) e ho preparato contemporaneamente una seconda Biga con la farina 2. Dopo 12 ore a t. a. , quest'ultima Biga era già matura, forse anche troppo, ma quella di segale no, così ho messo la Biga di farina tipo 2 in frigo a 4 gradi. Allo stesso tempo ho preparato un impasto caldo col restante 20% di farina di segale (ho aggiunto il doppio del peso di acqua a 100 gradi e il 2% di miele). Dopo 5 ore, la Biga di segale mi è sembrata pronta e ho impastato tutti gli impasti, aggiungendo  l'1 per cento di lievito e il 2 per cento di sale, senza aumentare l'idratazione, pari al 60%. È corretto o necessario seguire questo procedimento, ovvero una Biga di quasi 40 ore e un impasto caldo nelle proporzioni e con i tempi indicati? Grazie per l'attenzione. Metterò il pane in freezer in attesa del suo responso!

Vedi la risposta

Malto Diastatico quando e perchè?

Buongiorno Dott.ssa Lauri e Buon 2019 a Lei e tutta la Direzione. Su alcune ricette di grandi lievitati, tra gli ingredienti ho letto l'utilizzo di Malto Diastatico. In rete si trovano Malti con U.P. (Unità Pollack) diverse. Quali miglioramenti porta l'utilizzo del Malto Diastatico in un grande lievitato o in un impasto Pane/Pizza ? Le U.P. cosa identificano in un Malto Diastatico? Grazie infinite per la Sua disponibilità e professionalità.

Vedi la risposta

Alternanza di lieviti madre

Buongiorno Dottoressa Simona. Ho ancora un'esperienza ridotta in lievito naturale che uso in un piccolo laboratorio per i lievitati di ricorrenza. Con il tempo ho cercato di affinare l'uso e chiarirmi i concetti. Un dubbio che al momento mi rimane riguarda la produzione di grandi lievitati intensiva nei periodi di festa e l'utilizzo, che spesso leggo, di lievito madre che andrebbe sdoppiato per averne uno a riposo (in frigo??) e uno al lavoro, alternando i due settimanalmente. Cioè non mi è chiaro il motivo per cui farlo e anche il motivo per cui se ho un lievito che usato e rinfrescato più volte al giorno prende forza perchè fermarlo e usarne un'altro?

Vedi la risposta

Normativa pane fresco

Buona sera Dott. Lauri. Per la normativa del pane fresco siamo d'accordissimo. Ma vorrei porle un quesito in merito a cosa dicono le normative in vigore, per quello che riguarda l'abbattimento di briosche (magari prodotte ogni 7-10 giorni) e stessa cosa per i dolci da forno abbattuti e poi cotti all'occorrenza. Possono essere venduti come "freschi" o bensì dovranno specificare che il prodotto arriva da una produzione "congelata" /"surgelata? A cosa si và incontro? Grazie a lei!

Vedi la risposta

Ordine inserimento ingredienti per ricetta panettone

Buon giorno Dott.ssa Lauri vorrei porle un nuovo quesito in merito alla realizzazione del panettone in casa. Se per assurdo mantenessimo tutto costante, ricetta inclusa e cambiassimo solo l'ordine di inserimento nell'impasto del panettone otterremo "strutture" diverse? Intendo alveolatura e consistenza della mollica. Penso che l'elemento chiave, a parte la madre, sia l'impastatrice e come viene condotto l'impasto. Sono in errore? La ringrazio per le sue preziosissime risposte.

Vedi la risposta

Poolish e amilolisi con W diversi

Gentile dott.ssa Lauri desidero fare i miei complimenti a lei e alla redazione per l'ottimo servizio di divulgazione nel settore dell'arte bianca. Ho due quesiti da porle. Il primo riguarda quando usare il/la poolish. Perchè lo/la si utilizza proprio nel momento in cui si riscontra un collasso strutturale? Qual è il livello di reattività dei lieviti visto che, presumo, hanno esaurito tutte le fonti di nutrimento? L'altro riguarda il concetto di maturazione riferito a due farine con diverso W. Oltre che alla quantità/qualità delle proteine, cambia anche la percentuale dei granuli di amido rotti? Le pongo questo quesito per capire l'effetto dell'amilolisi in due impasti, con W diverso, al crescere dei tempi di maturazione. Grazie. Un cordiale saluto.

Vedi la risposta

Farine tecniche per panettone

Buon giorno Dott.sa Lauri vorrei porle un quesito che ultimamente mi sta facendo pensare molto. Esistone le farine tecniche per panettone oppure si tratta di puro marketing? Io credo non esistano...Quali caratteristiche deve aver una farina per grandi lievitati, inteso come W e P/L? Il tempo di stabilità della farina può essere un parametro determinante per la riuscita dell'impasto nel caso dei grandi lievitati? Eistono farine con glutine sviluppato appositamente per queste lavorazioni? Grazie per il servizio che svolge.

Vedi la risposta

Panettoni con il buco

Auguri dottoressa, alcuni clienti mi hanno detto che il panettone acquistato aveva un buco al centro. Per la verità è la prima volta che accade ed in effetti ne ho aperti alcuni e presentano una cavità al centro. Da cosa dipende? Grazie e le auguro un buon Natale.

Vedi la risposta

Zuccheri per il bagno della madre

Buongiorno Dott.ssa, nell'acqua del bagno per lievito madre, alcuni professionisti aggiungono dello zucchero, altri del fruttosio. Mi può dire per cortesia quale preferire e perché? Grazie.

Vedi la risposta

Starter lievito madre

Sfrutto ancora una volta questo utilissimo servizio che ci mette a disposizione per un nuovo consiglio. Io durante l'anno non uso il lievito madre, ma lo creo ex novo all'occorrenza per la produzione di panettoni e colombe. Ho notato che non ha senso mantenere in vita un lievito 12 mesi per usarlo 20 giorni all'anno e ho notato che metterlo in stazionamento (congelamento polverizzazione o rinfreschi lunghi) alla fine mi richiede lo stesso tempo per riportarlo in forma che a farne uno nuovo. Prima di passare alla domanda vorrei se possibile il suo punto di vista su quanto appena espresso. Ma veniamo alla domanda, esiste uno starter da preferire ad altri per la nascita di un lievito da usare per i grandi lievitati? Grazie della disponibilità.

Vedi la risposta

Grandi lievitati con biga (un chiarimento)

Grazie dott. ssa per la sua risposta che non mi aspettavo di ricevere così velocemente! Purtroppo, a causa della mia totale inesperienza, avrei bisogno di un ulteriore chiarimento. Lei suggerisce di preparare la biga utilizzando lo 0,5% di lievito, invece del consueto 1%, o invece di aggiungere alla biga, preparata con l'1% di lievito, un ulteriore 0,5% di lievito al momento del primo impasto? Inoltre suggerendo di procedere "come al solito", intende dire che il primo impasto andrà preparato aggiungendo a questa biga, una volta matura, gli ingredienti previsti dal "primo impasto" della ricetta (sottraendo ovviamente da questi l'acqua e la farina utilizzati nella biga)? Ancora grazie.

Vedi la risposta

Grandi lievitati senza lievito madre: perché no?

Buongiorno dott. ssa, scrivo per ringraziarla per questo servizio e per chiedere il suo autorevole parere su una questione che spero possa essere interessante anche per altri utenti, non professionisti come me. Come di certo saprà, in rete si trovano molte ricette di "pasta dolce lievitata", sia con pasta madre che con lievito di birra, che vengono cotte in stampi da pandoro o panettone e definite tali, ma cos'è che caratterizza in realtà questi dolci, a parte l'altezza? Cosa aspettarsi se si realizza, ovviamente per un uso strettamente familiare, un pandoro o un panettone con solo lievito compresso? In quest'ultimo caso si potrebbe sostituire il lievito madre con lo stesso quantitativo di biga, e aggiungere nell'ultimo impasto circa l'1 % di lievito compresso sul totale della farina? Spero  che il mio quesito non l'abbia fatta sobbalzare sulla sedia, ma ho abbandonato da tempo il mio lievito madre, non riuscendo a seguirlo secondo i suoi insegnamenti, e non vorrei cimentarmi in una ricetta con lievito di birra prima di averla consultata. Avrei anche un ulteriore quesito relativo ai lievitati dolci in generale: in alcune ricette infatti si utilizzano tuorli e acqua, in altri uova intere e in altre ancora tuorli e latte, e mi piacerebbe sapere quali differenze si ottengono nell'impasto  utilizzando liquidi diversi come acqua, albumi o latte. Grazie per l'attenzione e con la speranza possa rispondermi, visto il periodo in cui la immagino indaffaratissima col suo lavoro, le auguro buone feste!

Vedi la risposta

Produzione farina integrale a pietra

Buongiorno Dott.ssa, volevo chiedere un approfondimento di una frase del suo libro in merito alle farine integrali. A pg 54 del libro "Pane e pizza due mondi un'unica passione" lei dice che la normativa non permete la macinazione diretta del chicco intero, ma si può solo riaggiungere crusca alla farina bianca. Io ho potuto visitare diversi molini a pietra che macinano il chicco intero e solo dopo un passaggio di vagliatura veniva insaccettata farina integrale. Può approfondire la questione? Grazie e complimenti.

Vedi la risposta

Prolungare la shelf-life

Buongiorno Dott.sa Lauri, sono un appassionato di grandi lievitati e ho un quesito da porgere. Panifico utilizzando il lievito madre alternando tra mantenimento in acqua e legature all'interno di un panno e, specialmente in questo periodo, mi sto dedicando alla produzione dei panettoni. Con grande soddisfazione il numero delle richieste aumenta di anno in anno anche se ciò fa emergere una problematica: per soddisfare tutte le richieste ho la necessità di preparare i lievitati alcune settimane prima delle serate natalizie mettendo a rischio la "freschezza" e "l'umidità" dei lievitati. Infatti, se il prodotto viene normalmente consumato entro le due settimane dalla produzione, il prodotto appare ancora umido e molto profumato, ma se supero questo limite, mi ritrovo un prodotto secco e non presentabile. Come posso fare per prolungare questa shelf-life e portarla ad almeno 4 settimane (se naturalmente possibile). Grazie e buon lavoro.

Vedi la risposta

Licoli di segale II

Buona sera Dott.ssa. Grazie per la risposta in riferimento al quesito "Licoli di segale". Si esatto, vorrei sapere in che percentuale utilizzarlo. Avevo intenzione di utilizzare la madre sia per la produzione di pizza e pane con altre farine (tipo 2, farro, grani antichi misti), sia per la produzione di un pane di segale integrale. In entrambi casi volevo comunque impastare, fare una maturazione in frigo, con successiva lievitazione a TA e cottura. Il processo è corretto? Grazie per mettere a disposizione la sua competenza e professionalità.

Vedi la risposta

Farina Forte W320

Gentile Dott.ssa, volevo chiedere se una farina forte W320 può essere usata per un impasto di pane diretto . Se no, quanto tempo deve riposare prima di essere lavorato? Grazie per il servizio di assistenza.

Vedi la risposta

Licoli di segale

Buongiorno Dott.ssa, sono una appassionata di lievitati e sto piano piano muovendo i primi passi in questo meraviglioso mondo. Ho creato una pasta madre di segale liquida da circa un mese. L’ho conservata in un barattolo di vetro con garza a TA (circa 20 gradi) e l'ho rinfrescato praticamente giornalmente, rimuovendo la parte superficiale e aggiungendo 50 gr di farina (sempre segale integrale) e 50 di acqua. La massa in un paio d’ore duplica il volume, poi il giorno dopo collassa leggermente. Ho letto che questa tipologia di lievito tuttavia necessità di temperature più elevate pertanto ho modificato l’ambiente mediante un propagatore di calore che la tiene a 26 gradi. Così anche la temperatura dell’acqua del rinfresco. Il mio dubbio riguarda l’acidità, il pH, prima del rinfresco è circa 3,8 (da phmetro) è corretto? All’olfatto è fruttata e pungente ma affatto sgradevole. Come mi regolo? Grazie anticipatamente.

Vedi la risposta

Temperature Finali della massa a fine impastamento

Buongiorno Dottoressa Lauri. Per il pane con idratazioni oltre il 70% è consigliata una temperatura finale di 27-28 gradi e fin qui ci siamo. Per la pizza a piatto/napoletana ad alta idratazione (70-75% d'idratazione)? Vale questa regola o consiglia temperature di chiusura differenti a seconda se sia un diretto breve a temperatura ambiente, diretto lungo con maturazione in frigo, indiretto a temperatura ambiente, indiretto con lunga maturazione in frigo? Per la pizza in teglia/pala ad alta idratazione? Insomma, le regole sulla temperatura finale dell'impasto a fine impastamento per il pane sono chiarissime, ma per la pizza, ancora no. Grazie per il servizio gratuito che offrite come testata giornalistica e per il tempo che ci dedica.

Vedi la risposta

Problemi di lievitazione

Per i miei impasti uso di solito una farina tipo 1 bio (35 %) + una tipo 0 con un W 320 bio (65 %). Uso anche la biga al 30 % e aggiungo 150 g di lievito (su 40 kg di impasto). Da poco ho cambiato Molino e con la nuova farina sto avendo dei problemi : faccio girare l'impasto 16 minuti , lo faccio a mezzogiorno per usarlo poi la sera verso le 19. Quando vado a lavorare il pane per fare le forme nella seconda lievitazione, l'impasto non reagisce come dovrebbe . Oltre a questo si formano delle piccole bolle d'aria durante la cottura che rimangono sulla superficie del pane e che prima non si formavano. Per finire il pane, dopo la cottura, rimane basso. La farina non è vecchia , la scadenza è datata ottobre 2019. Spero di aver fornito tutte le info necessarie e ringrazio anticipatamente per ogni suggerimento utile. Grazie per il servizio di consulenza che offre.

Vedi la risposta

Quesiti vari sul Panettone

Buongiorno Dottoressa Lauri, la seguo da sempre e le scrivo per capire meglio alcuni passaggi durante alcune fasi nella produzione artigianale del Panettone. A pagina 315 del suo libro “Pane e pizza: due mondi un’unica passione” nello schema di produzione del Panettone, finito il secondo impasto lo si fa riposare per un ora a 28/30 gradi. 1. Volevo capire cosa accade all’impasto in questa oretta di riposo e perchè 28/30 gradi? 2.Poi si procede alla porzionatura, arrotondatura ed un ulteriore oretta di riposo a temperature ambiente. Cosa accade invece durante questo ulteriore riposo? Quando avevo frequentato il corso per imparare la gestione del lievito madre e la produzione di grandi lievitati ci è stato insegnato a porzionare, arrotondare ed pirlare in “rapida” successione senza riposi… Sfogliando il suo libro, ho trovato questo schema e l’ho seguito avendo un miglior risultato nello sviluppo del prodotto finito. 3. Volevo inoltre porle un’altra domanda: come faccio a calcolare la giusta quantitá di lievito madre in rapporto a zucchero, tuorli e burro in modo che il primo impasto triplichi in quelle 12/15 ore? 4.Nella tabella a pagina 369 del suo libro, “Pane e Pizza: due mondi un’unica passione”, sono scritte un compendio delle differenze tra una madre tenuta in acqua ed una legata. La madre tenuta in acqua è indicata per pane e pizza mentre quella legata per grandi lievitati. Il motivo di questa scelta è dato dal fatto che una madre legata da un sapore più intenso ed aromatico? 5.Ho un’altra curiosità: da sempre mi occupo personalmente della canditura delle arance e limoni da inserire nei panettoni. Non ho chiaro peró il concetto di “semi-canditura” che solitamente viene riferita ai frutti di bosco. Significa semplicemente che termino il processo a metà via? 6.Avevo notato leggendo il suo blog, alcune settimane fa, che aveva dedicato un corso per la gestione/caratteristiche del lievito madre.Mi chiedo se sia possibile acquistarne le dispense. 7.Purtroppo mi è difficile partecipare a questi corsi ed il materiale tecnico dedicato al lievito madre è ben poco. Ci sono molti libri in circolazione, ma trattano l’argomento in maniera superficiale. Sono più ricettari che libri tecnici. Dottoressa la ringrazio e le auguro una buona giornata.

Vedi la risposta

Temperatura dell'acqua

Dott.ssa buongiorno. Mi scusi cortesemente, come calcolo la temperatura dell'acqua da utilizzare in un impasto indiretto per pizza? Grazie. Saluti

Vedi la risposta

Olio EVO vs olio di semi

Salve, ho bisogno di comprendere il motivo del perché su quasi tutti i testi che parlano di impasto per pizza trovo scritto che per avere un impasto "friabile" si deve usare l'EVO invece più "croccante" l'olio di semi. Vorrei essere chiarita su questo punto e il motivo di questa differenza. Cosa succede dal punto di vista chimico usando differenti oli? Grazie

Vedi la risposta

Pasta di riporto da biga ?

Dottoressa, salve. Da un noto maestro di panificazione, ho sentito più volte affermare che la migliore pasta di riporto è quella ottenuta dal rinfresco , con tutti gli ingredienti di un impasto (sale, malto,etc) , di una biga. Volevo sapere il suo parere in merito. Cordialmente

Vedi la risposta

preparzione biga con farine deboli

Buongiorno Dott.sa Lauri ultimamente sto facendo un pane con biga al 40% usando la stessa farina del rinfresco,farine deboli tipo 1 o 2 con un w di circa 170-200. La biga la preparo con il 44% di acqua e 1% di lievito di birra e la lascio a 19 gradi per circa 12-14 ore al massimo. Ne esce un pane davvero molto profumato con una mollica davvero morbida e soffice con una bella crosta croccante.Volevo sapere se è corretto condurre cosi la biga con queste farine e nello specifico che differenze ci sono rispetto alla preparazione classica della biga con farine di forza. la ringrazio in anticipo per una sua esauriente come sempre risposta. cordiali saluti

Vedi la risposta

impasto per pizza rimasto

Buongiorno Dott.sa Lauri, vorrei ringraziarla per il grande supporto che da a tutti noi professionisti e non e farle i complimenti per la sua grande conoscenza e professionalità. Ho dei dubbi relativamente a metodo diretto lungo, quando mi resta della pasta maturata di un impasto per pizza... ipotesi, un 360 di W , P/L 0.5-0.7, impasto diretto lungo, maturazione 48h +4°C, fermentazione T.A. 3-4 ore. Diciamo che a fine servizio, resta della pasta maturata, fermentata, e non fermentata, in quantità superiore al 20% (limite per poterla considerare pasta di riporto), posso preparare un impasto utilizzando questo impasto rimasto? Che considerazioni posso fare? Se ad esempio preparo un impasto, con la pasta maturata rimasta, una farina con un W attorno ai 260-280, 2.5% di olio (sul peso nuova farina aggiunta), 2.5% di sale (s.p.f.a), 0.1% di lievito di birra fresco (s.p.f.a), staglio e faccio maturare questo impasto solo 24h a +4°C ha senso? Che considerazioni si possono fare? accorgimenti per standardizzare maturazione e fermentazione dei miei impasti senza sapere a priori quante pizze andrò a fare durante la giornata? Grazie mille

Vedi la risposta

Grano Germinato

Buongiorno Dottoressa. I Mulini stanno pubblicizzando molto i grani germinati per una pizza alveolata. Il tutto a prezzi triplicati. Vale la pena? Quali sono i suoi reali vantaggi? Quanto sono realmente consigliati e quando no. Grazie come sempre per il servizio.

Vedi la risposta

Panettone e consistenza filante

Salve e grazie del servizio.Sto cercando di ottenere la mollica filante nei panettoni, come quella che si ottiene con i semilavorati, ma mi rimane ancora una questione di casualità non gestita, perché non so da cosa dipende questa caratteristica e come intervenire per ottenerla. Inoltre ho notato che, quelle volte che la ottengo, il prodotto ha una shelf life soprattutto dal punto di vista organolettico, che va oltre il mese. Quindi da che cosa dipende tale caratteristica? Grazie

Vedi la risposta

Fermentazione alcoolica e lattica

Buongiorno, sono a conoscenza della differenza tra la lievitazione con lievito di birra e la lievitazione con lievito madre. Quello che non riesco a spiegarmi è come mai c'è così tanta differenza tra due pani fatti con le due tecniche. Sono solito lavorare con lievito madre in coltura liquida, quindi al 100% di idratazione e noto un'alta umidità residua nella mollica del pane a lievitazione naturale, inoltre mentre col lievito di birra si riesce ad ottenere un pane leggero anche con impasti duri, col lievito naturale trovo sia indispensabile fare impasti molto idratati. Trovo inoltre sia molto difficile fare in modo che il lievito madre riesca a spingere su spessori ridotti come ad esempio su una pizza in teglia usando le dosi standard di 1,2 chili di impasto su teglie 40x60, la pasta stenta ad alzarsi. Sperando di non averle posto domande troppo banali, la ringrazio anticipatamente.

Vedi la risposta

Il freddo nel processo produttivo

Buongiorno Dottoressa Lauri, l'utilizzo del freddo all'interno del processo produttivo di un determinato tipo di pane (es. con olive, con noci, ecc. ) inteso come surgelazione del prodotto appena formato, crudo, da lievitare e cuocere all'occorrenza è consentito dalla normativa vigente? Va dichiarato in etichetta? Si può affermare che è fresco? È vero che i consulenti HACCP dovrebbero saperlo, tuttavia mi sembra un campo minato. Grazie per la cortese attenzione e per la passione che ha per questo lavoro.

Vedi la risposta

Rapporto acido acetico acido lattico nel lievito madre

Buonasera Dott.ssa, a livello artigianale, non industriale dove hanno altri mezzi, è possibile accorgersi se il rapporto tra i due acidi acetico e lattico è troppo sbilanciato? Se si come. Nel caso una madre abbia un eccesso molto marcato di acido lattico come è possibile correggerlo? Grazie.

Vedi la risposta

Pane e impostazione forno

Buongiorno dottoressa vorrei realizzare qualsiasi tipo di pane nel forno a legna.partendo dal presupposto che realizziamo tutto con criterio dall impasto alle varie temperature volevo sapere come Devo impostare il forno? Grazie e buona giornata

Vedi la risposta

Corretta percentuale di lievito nei lievitati dolci

Gentile dottoressa, di recente le ho posto un quesito, certamente mal formulato o fuori tema, per cui non ho ricevuto risposta. Spero che questa volta il mio quesito sia pertinente. Mi piacerebbe poter approfondire le problematiche inerenti ai lievitati, ma non conosco testi adatti a me, ovvero a una semplice casalinga, che non potrebbe neppure comprendere un manuale dedicato ai professionisti del settore. Avrebbe qualche testo da consigliarmi, non solo sul pane, ma in generale sui lievitati? Sarebbe fantastico se potesse scriverlo Lei! Vengo ora al mio quesito: ricordo di aver letto, qui sul magazine, che nella preparazione di una pasta grassa come quella brioche, sarebbe giustificata una percentuale di lievito del 4% sulla farina. Non ho però compreso se è sbagliato, o che rischi si corrono utilizzando una percentuale di lievito minore di questa. Per fare un esempio, la ricetta di famiglia dei "frati fritti", che contiene il 10% di burro o strutto, il 20% di uova, il 50% di latte e il 10% di zucchero (percentuali riferite al peso della farina), prevedeva il 6,5% di lievito, ma io ne utilizzo il 2%, allungando così i tempi della lievitazione e scegliendo una farina un po' forte, circa 330W. Uguale percentuale di lievito e tipo di farina, utilizzo quando preparo i croissant, pasta ancora più magra in quanto nell'impasto non utilizzo burro , ma solo il 10 % sia di uova che di zucchero, e latte e acqua in percentuale del 48%. Aggiungo che in entrambi i casi faccio riposare la massa in frigorifero a 4 gradi per circa 12 ore, ma non faccio alcun preimpasto. Quale percentuale di lievito consiglia di utilizzare nei due casi e nel caso di una pasta brioche, con percentuali di grasso maggiori di queste? Grazie per l'attenzione ed un'eventuale risposta.

Vedi la risposta

Farina integrale brucia ferro

Ciao Simona vengo a riproporti un commento di una mia cliente ad un mio post sulle Farine semintegrali: A me hanno detto che l'impasti semintegrale brucia ferro nel nostro organismo, o mangiare integrale o bianco ne avete sentito parlare o come sempre una bufala per non farci capire più niente. Grazie infinite per la cortese risposta... ed a presto !!

Vedi la risposta

Formazione del glutine senza impastare

Gentile Dott. C’è chi dice che se si mette un’impasto appena impastato a fermentare nel frigo il glutine si forma da solo grazie alla fermentazione di se stesso. È possibile? Secondo ho studiato se non si mette energia mecanica sull’ impasto la maglia glutinica non si forma

Vedi la risposta

Maturazione impasti con diverse farine

Gentile dott.ssa Lauri, consideriamo due impasti. Nel primo si utilizza una farina debole e, con una certa quantità di lievito e ad una certa temperatura, si porta la lievitazione a coincidere con la maturazione. Nel secondo impasto invece si utilizza una farina forte, ma rispetto al primo impasto, si riduce la quantità di lievito e la temperatura (ad es. 4°C) e si allungano i tempi di lievitazione/maturazione a 24, 48 e 72 ore in modo che l'amilolisi e la proteolisi possano completarsi. In cosa si differenzieranno qualitativamente i due impasti al termine della lievitazione/maturazione? Grazie della disponibilità.

Vedi la risposta

Fermentazione lattica

Buonasera dottoressa, ho sentito spesso, da parte di alcuni pizzaioli, che è possibile fare una biga modificata per avere una maggiore carica lattica. Quali vantaggi avrebbe sul prodotto finale? Come si ottiene? Grazie e complimenti per la rubrica

Vedi la risposta

Inserimento correto ingredienti

Buongiorno sono un semplice appassionato e mi sono imbattuto in ricette e metodiche di inserimento degli ingredienti molto diversi tra loro sui panettoni. Sono molti anni che mi diletto a farli anche in stagioni non appropriate ma il problema maggiore è la formazione del glutine in tempi e temperature corrette. Posseggo una spirale 10 l con inverter che scalda parecchio..7/9 gradi.. magari perché inserisco lentamente ma male gli ingredienti. Ho riletto più volte il suo libro "I segreti di un arte" dove indicativamente al tipo di ricetta dice di incominciare l impasto dall acqua se presente in ricetta, poi zucchero,farina,uova sale aromi burro. Un altro professionista affermato consiglia farina e uova e formata la maglia glutinica poi zucchero magari mischiato a uova.. sale aromi burro. l altro giorno una ricetta identica di un altro professionista indicava l inserimento con farina zucchero, burro,tuorli. Ora non capisco se sia errato o serva ad avere caratteristiche diverse. Non ho inserito nell'elenco la madre perché non ho capito quando inserirla. Generalmente io la inserisco dopo aver idratato tutta la farina indicativamente a metà fase. Spero di non averla annoiata, ma di bufale e professionisti della rete mi sono stancato e vorrei una conferma da lei. Grazie. Con grande stima.

Vedi la risposta

la pasta di riporto può trasformarsi in biga?

Salve dottoressa Lauri, volevo chiederle se è possibile e in che modo trasformare un certo quantitativo di impasto avanzato da una precedente lavorazione in una biga da utilizzare poi in un'altra preparazione. La ringrazio per il servizio che fornisce e la saluto cordialmente.

Vedi la risposta